venerdì 8 febbraio 2008

Into the Wild




Hedysarum alpinum










In superficie, la patata selvatica si presenta come un cespuglio alto poco più di mezzo metro, con delicati steli di fiori rosa simili alle infiorescenze del pisello odoroso in miniatura. Prendendo spunto dal libro della Kari [1], McCandless cominciò a dissotterrare e mangiare le radici della patata selvatica il 24 giugno, apparentemente senza subire effetti negativi. Il 14 luglio cominciò a consumarne anche i baccelli, probabilmente perché le radici si facevano troppo dure. Una fotografia scattata in questo periodo ne mostra una busta Ziploc da quasi quattro litri stracolma. Ed ecco che il 30 luglio l'appunto sul diario recita: «Estremamente debole. Colpa dei semi di pat. [...]»

Krakauer, Jon / Nelle terre estreme - Milano : Rizzoli, 1999, p. 250.

Il libro lo lessi nel settembre 1999 -perlomeno questo è quanto ho trovato annotato a penna sul frontespizio, e la scrittura è la mia. Non lo ricordo per nulla e l'ho ripescato nello scaffale di viaggi/guide/pubblicistica varia di montagna (cartine, mappe, vecchi numeri di Alp e de Lo Scarpone) anziché in quello di narrativa nordamericana. Due punti che non depongono a favore della sua imprescindibilità, ma chissà.

Il film di Sean Penn l'ho visto martedì sera insieme ad un'amica che se n'è uscita sbadigliando in modo plateale. Io invece in preda a sensazioni contraddittorie: quasi scontata commozione, vago senso di disagio, grande identificazione, qui e là brandelli di razionalità affiorante. Senza dubbio assai colpita. Un film potente che credo potrei persino rivedere e che mi sento di suggerire a tutti i coltivatori di ortaggi e fiori & amanti di natura/montagna & vittime de "il disagio nella civiltà" che si trovano assemblati là a destra nel blogroll.
Se trovo un attimo ne scrivo meglio - o anche no. Ma voi andate a vederlo (così poi-se-gue-di-bat-ti-to!)

Nel mentre, vado a risfogliarmi il libro.

[1] Kari, Priscilla Russell / Tanaina plantlore, Dena'ina k'et'una - [Anchorage, Alaska] : National Park Service, Alaska Region, 1987.

schedina
foto

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho letto il libro alcuni anni fa' e mi ha colpito molto, a volte quando sono a letto e vento e pioggia si accaniscono sul mio chalet tra gli ulivi mi viene in mente il protagonista, solo nel suo rifugio di lamiera con la carabina appoggiata vicino.

Devo ricordarmi di portarmi qua il libro, da rileggere. Ho appena finito la versione romanzata dell'Anabasi, di V.M.Manfredi, non male (ma conoscevo già la fine....)

Paolo

equipaje ha detto...

Hola Paolo,
muy muy bienvenido :)

Son convinta che tu, sebben solo nel rifugio di lamiera, i baccelli di Hedysarum alpinum non te li saresti mangiati :^)

Non ricordavo nulla di nulla del libro di Krakauer (comincio anzi a credere di aver fatto un discreto minestrone con "Aria sottile") e l'ho dunque riletto nel fine settimana: senz'altro leggibile.

Annotazione: per quanto Sean Penn si sia attenuto fedelmente al libro, il risultato è però qualcosa di molto diverso: assai più potente ed immediato il film (ed anche un po' demagogico, ma insomma).

Ed è interessantissimo notare che ricezione questo film sta avendo, specie tra gli spettatori più giovani.

Torna presto :)

Il matto ha detto...

Mosso da simil recensione non mi resta che trovare libro e film, sfrattare per un fine settimana la tribù (dettaglio NON trascurabile), e calarmi nell'ambientazione!
P.S. dopo aver bazzicato per questo e quel post, aver letto e, talvolta, essermi "scompisciato dalle sganasse" (versione autoctona dell'acronimo LOL statunitense) mi permetto di linkarti e tornare spesso.
Il matto

equipaje ha detto...

In effetti la versione originale è SDG, LOL è solo versioncina locale taroccata.

Ma prego, prego, s'accomodasse, che villaggio sarebbe senza il suo matto?

(Attendo parere post visione :)

Il matto ha detto...

Scaricato il libro (versione originale in inglese, ma che vuoi ... un pirata si deve anche accontentare!!)
Non l'ho ancora finito (grazie alla tribù che ha fatto di tutto per NON ESSERE SFRATTATA e per SABOTARE la lettura), ma ....
devo dire che la lettura mi avvince, malgrado mi crei emozioni contrastanti (invidia; disprezzo; curiosità; la sensazione generata da altre 10 storie analoghe vissute non in Alaska, ma dalle mie parti con annessa ricerca di cadavere di turista germanica; rimescolamenti di stomaco vari dovuti a ricordi di un passato non troppo lontano ...). Non penso che vedrò il film: la storia la conosco e i paesaggi intorno al McKinley pure ... comunque grazie per avermi dato l'opportunità di leggere un nuovo libro!
Il matto

Il matto ha detto...

Finalmente, dopo lunga agonia, ho finito di leggere il libro.
Forse andrò a vedere il film. O molto più probabilmente aspetterò che lo diano (se mai lo daranno) in TV.
Insegnamenti da trarre:
- mai mangiare ciò che non conosci per esperienza diretta;
- i libri dicono molto, ma non tutto. Quello che non dicono i libri può essere più pericolo di quello che dicono;
- è bello cavalcare utopie quando si hanno i piedi per terra, ma se i piedi non sono per terra, quando cadi dalle tue utopie ti fai male.
Saluti piovosi (altrimenti mica avevo tempo di leggere)
Il matto