mese di Settembre 2008
chiavi di ricerca elencate 194
polygala meristema
1
0,29%
Copyright 1995 - 2008 by Shiny srl - All rights reserved.
... i posteri lo ricordarono così :)
(lui, dico).
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... i posteri lo ricordarono così :)
(lui, dico).
Libri sul giardino, parecchi o anche molti, mai quelli che cerchi veramente.
Disposti su cubi almeno apparentemente tematici -senz'altro più ordinati rispetto allo scorso anno. Cubi di Letteratura e filosofia, Storia e architettura, Paesaggio conservazione e salvaguardia, Ville e giardini, Profumi e sapori, Cucina, Illustrazione botanica, Tecniche di giardinaggio: potature, permacoltura, idroponia. E poi cubetti dedicati al bonsai, ai bambini, all'arte topiaria, alle erbe spontanee, al garden lighting, agli erbari (podiense, esotico, di Tolkien: alcuni, tocca ammettere, splendidi). O alle monografie: camelie, iris, grasse, rose, peonie, patate (giuro), gypsophile, gerani pelargoni. E ad alcuni pittoreschi libretti per realizzare oggettini Biedermeier, fiori secchi, fiori sui sassi, a uncinetto, a punto croce, di stoffa, di perline e filo mouliné (garantisco che potete serenamente seguitare ad ignorare senso ed essenza del filo mouliné senza graffi alla vostra cultura).
Di tutto un po'. Una visione d'insieme, per forza di cose sfocata ed approssimativa, delle numerose declinazioni realizzate, possibili, potenziali, sognate, sognabili de: Il Giardino.
Una mostra un po' affastellata, con una sorta di affanno nell'elencazione di tutti i possibili rivoli, utilizzi, risvolti, cantoni, possibilità: un esaminando che ripete diligentemente tutti i punti salienti mandati a memoria, e peccato per quell'antipatica ansia da prestazione che li rende poi così simili all'elenco telefonico di Atlantide.
Poi per il resto della domenica c'è la Graziella evergreen, le altre Ville che oggi non ci andiamo tanto Verbania è a due passi e ci si torna in qualsiasi momento -ed infatti la mia ultima volta a Villa Taranto resta quella con il fidanzatino del liceo durante il V Governo Moro o giù di lì-, l'Isolino di San Giovanni già avvolto nelle nebbie, il passeggio col gelato da passeggio sul lago sempre un po' malinconico, l'ancor più malinconica chilometrica coda del ritorno.
L'anno prossimo sto a casa, lo giuro: che' qui si critica e si critica, ma poi si seguita a sovvenzionare l'editoria la più varia ed eventuale, mannaggia a me.
Buon autunno, e buon lunedì.
(E' un micio un po' stranino, claro que sí).
Musa basjoo
En 1983 en Nicaragua comíamos nacatamales. Aquel año la cosecha de papas se había ido al carajo y en el McDonald's de Managua servían hamburguesas con plátano frito (que se sepa: un horror).
"Ti fa schifo questo mestiere? Robbe', ma lo sai che gli stakeholder hanno fatto andare in Europa questo paese di merda? Lo sai o no?"
Una vegetazione davvero particolare, che cresce direttamente sulla sabbia.
L'isola di Tavolara (base NATO) vista dalle dune.
Al centro-destra, un triangolino di mare
Nel giro di pochi metri si passa dalla macchia di lentischi, ginepri, olivastri
Stagno, dune, Tavolara sullo sfondo
aves desconocidas
"giovani di cardellino", precisa il mitico Andrea :)
al cisto colloso, alle violacciocche
Matthiola tricuspidata
alle pallette di Posidonia oceanica spiaggiata, ai ciuffi di Ammophila littoralis -ovvero sparto pungente, il principale consolidatore delle dune.
Pallette e ciuffi che qui non vedete perché mi son detta "li fotografo domani" ed invece l'indomani ero a Nuoro a rovinare vacanze mie ed altrui, con tanti cari saluti al carpe diem.
Ho però per fortuna almeno immortalato uno dei protagonisti assoluti delle dune di luglio ed agosto: il giglio delle sabbie (aka lizzu de mare)
Pancratium maritimum
che cresce anche in qualche altro litorale italiano -o, per meglio dire: a crescere lui ci prova pure, porello, ma questo suo vezzo suicida di fiorire in piena stagione balneare tra le pinne dei bagnanti di sicuro non l'aiuta granché
Leggo che sull'affollatissima spiaggia di Fetovaia (isola d'Elba) è in corso da tempo nientemeno che l'Operazione Pancrazio (!)Bulbi interrati direttamente nella sabbia, fiori bianchi grandi e profumati, i ben più furbi pancrazi di San Teodoro crescono invece sulle dune dopo il primo chilometro di spiaggia, relativamente al sicuro dalle pedate e dalle adunche manine dei bagnanti. E sono dunque per fortuna ancora numerosi, e relativamente poco disturbati.
Questa zona della Sardegna era verde come quasi mai in questa stagione, ha piovuto moltissimo anche lì. Bellabella, altroché.
Questo post sabbioso è idealmente dedicato
- al tenutario dell'orto di carta, che di coltivazione sulla sabbia -e non solo- ne sa
- a Frank Herbert (prima maniera)
Avevo in mente un maggio ed un giugno di post floreali ma un destino cinico e baro m'ha precipitata dentro un pozzo lavorativo senza fondo, ho una biblioteca da salvare entro l'estate. Il Buen Retiro s'è dunque rapidamente trasformato in buen dormitorio -a volte nemmen quello- ed il giardino è entrato in autogestione, con risultati non propriamente brillanti.
Chi sta reggendo bene i diluvi universali seguiti da calure insopportabili seguite da vicino devastatore è la prima piantaccia che ho messo a dimora quando sono tornata a vivere qui: un vegetale non bello a vedersi che sembra nutrire una spiccata predilezione per rovine, calcinacci, cantieri edili e devastazioni varie.
Narrano leggende non metropolitane che questa fu la prima pianta a rispuntare a Coventry dopo la Sonata al chiaro di luna del 1940 e pure la prima a risorgere sul disastro del Vajont. Si parva licet, contribuisco qui alla casistica con la diretta testimonianza della sua crescita rigogliosa in quel pezzetto di giardino infestato da laterizi insubri e lavandini parabrianzoli che -qualcuno ricorderà- ho vangato alcuni mesi fa.
Se l'attento lettore si stesse a questo punto interrogando su cosa possa spingere una donna sana di mente -più o meno, via- a mettersi in giardino una pianta di tal fatta, ecco qui alcune delle possibili risposte:
Vanessa atalanta
Papilio machaon (Macaone)
Pieris brassicae (Cavolaia)
La piantaccia, si sarà capito, è quel che gli anglosassoni chiamano un butterfly bush, ovvero una comunissima Buddleia -per la precisione quella che s'intravvede è una Buddleia davidii 'empire blue' (serve specificare che il colore è all'incirca blu-violetto? ;) dal profumo intenso ed amarognolo.
Quest'anno ho trascurato di potarla e ha superato i tre metri e mezzo, fatto che comporta almeno due seccanti controindicazioni:
a) se le pannocchiette sfiorite disturbano il vostro senso estetico, decidere di toglierle comporta impegno, scale e/o contorsioni -sia della pianta che del potatore
b) le foto delle farfalle -che già non sono semplici: non stan mai ferme, le maledette- quest'anno son difficilissime, specie in presenza di farfalle, quali ad esempio il Macaone, che tendono a volare sopra il punto più alto del terreno in cui si trovano (Butterfly Hill Topping).
Per vedere meglio il Macaone -che merita, ekkekavolo, non è in estinzione ma nel 2003 fu pure nominato animale dell'anno tanto è bellino- cliccate dunque senz'altro sulla foto. Lasciate invece pur perdere l'ingrandimento del Podalirio, a scanso di incubi notturni ;)
Update 10-16 agosto 2008
(stessa taverna, nuovo avventore) :
[Note:
i) queste stupide farfalle sembrano prediligere i giorni feriali e l'ora del demone meridiano, non c'è da stupirsi che muoiano giovani;
ii) la buddleia non attrae solo le farfalle ma anche sciami di bombi pelosi, api e coccinelle a vagonate -quest'anno perlopiù arancioni. Postare le coccinelle, prima o poi. E anche un'ape o un bombo, per la political correctness;
iii) la deriva titolistica si va facendo vieppiù allarmante. Lo so, lo so.]
Campanula poscharskyana
Lo Stato
è tutto bagnato
piove nell'orto
piove sull'aborto
sulla favola nuova
che ieri ci illuse
che oggi ci illude
O Ermione
la favola bella
della Costituzione.
Piove (D'Annunzio-Modugno-Mogol-Stefano Benni)
Campanula poscharskyana (Serbian bellflower, trailing bellflower)
Immigrata balcanica assai invadente -la blauranke in foto era un vasetto di 8 per 8 cm due anni fa ed ora è un metro quadro- e pure prolifica: dato il nome, qui da noi si riproduce prevalentemente grazie al copincolla. Una bella stroliga [2] che vi farà vedere le stelline -pure violette- senza nemmeno leggervi la mano.
Da non confondere con la Portenschlagiana (ma quando mai).
Non teme il freddo, cresce benissimo anche in mezz'ombra, a quanto pare è pure commestibile (vedi alla voce Edible Uses).
Per quest'anno, è l'ultima fioritura del bordo misto blu violetto.
[1] (a-ehm)
[2] in dialetto milanese, stroliga = zingara