Dust storm approaching Stratford, Texas. April 18, 1935 |
Hello, Chicago!
Dovessi rispecchiare il buonumore trasmesso dalle ultime notizie di cronaca o descrivere il mio radioso futuro lavorativo, qui trovereste solo lunghi post quotidiani con spassosi brani di John Steinbeck, idilliache foto di Walker Evans ed esilaranti ballate di Woody Guthrie. Vi mancassero, dite pure senza complimenti.
Gli è che ultimamente mi sento un po' Ann Nixon Cooper. Non ho i suoi centosei anni -non ancora- ma come lei nella vita ormai ho visto di tutto. L'altra notte, però, ascoltando il discorso di quel giovinotto alto con quel bel sorriso -quello ora così di moda al otro lado del charco- ho pensato: epperò, un Dust Bowl, questo non l'ho visto mai. Ora arriva la prima vera Grande Depressione della nostra vita e qui in Padania e al Profondo Nord vorremo mica essere da meno?
Black Sunday April 14, 1935 |
Il Dust Bowl fu il risultato di una serie di tempeste di sabbia che colpirono gli Stati Uniti centrali e il Canada dal 1931 al 1939, causate da decenni di tecniche agricole inappropriate e dalla mancanza della rotazione delle colture. Il terreno fertile delle Grandi Pianure era esposto ad arature profonde che finivano per distruggere l'erba che ne assicurava l'idratazione. Durante la siccità, il suolo si seccò diventando polvere, e venne soffiato via verso est, principalmente in grandi nuvole nere. Talvolta queste nuvole di polvere oscuravano il cielo fino a Chicago, e gran parte della terra rimossa si perse completamente nell'Oceano Atlantico. Questo disastro ecologico causò un esodo da Texas, Arkansas, Oklahoma, e dalle grandi pianure circostanti, con oltre mezzo milione di americani che restarono senza casa. Molti migrarono ad ovest in cerca di lavoro.
Dust storm approaching Stratford, Texas. April 18, 1935 |
Ho già in mente tutto un imponente kolossal ambientato nella Bassa: vedo nuvole di polvere padana che oscurano il cielo sino a Trieste e gran parte della terra rimossa ricadere nel Golfo di Venezia, a ridisegnare i rapporti geopolitici con Slovenia e Croazia. Vedo padani e nordestini -nuovi Okies in cerca di pane, lavoro e dignità- migrare in massa verso il ben più lussureggiante Marocco. Odo magrebini dire:
Scacciarli, bisogna, questi intrusi; e subito, e senza pietà [...] Se non li teniamo a bada, questi straccioni, s'impadroniscono di tutto il paese. Tutto il paese. Porci di forestieri. Va bene, parlano la nostra lingua, ma non sono come noi. Basta vedere come vivono, chi di noi si adatterebbe a vivere così?
Dicono: vedi come sono sudici, ignoranti, questi maledetti Okies. Pervertiti, maniaci sessuali. Ladri tutti dal primo all'ultimo. E' gente che ruba per istinto [...] E dicono: vedi come son lerci, questi maledetti Okies; ci appestano tutto il paese. Nelle nostre scuole non ce li vogliamo, perdio.
(John Steinbeck, The Grapes of Wrath, 1939)
Foto trovate qui.
Qualche notizia ulteriore sul fenomeno Dust Bowl: qui.
(Steinbeck, ma veramente? Ma allora è Depressione sul serio. Limitarsi a parlare del giardinetto e fingere che tutto vada ottimamente, esta es la consigna).
6 commenti:
Impressionante, devo dire.
Ma noi siamo vaccinati: grazie a tutti i geometri che, incidentalmente, fanno anche i sindaci ed alla loro tendenza al capannonismo sfrenato, abbiamo tutte le valli piene di ostacoli naturali (oopps, mi è sfuggito) che impediscono l'aratura profonda.
Questo è progresso!
Merveilleux! Qualche settimana fa, prima delle piogge, era inquitante la colonna di polvere che inseguiva i trattori bassopadani durante la sarchiatura. Era un fenomeno nuovo, mai visto prima in tali proporzioni.
Polvere, gran depressione, un grigio sentore. In quale direzione noi caccerem la polvere dai nostri pensieri? E quanti stranieri coi pochi poteri che la mia coltivazione mi da (edit).
io sto approntando pacciamature antidepressive a base di tè caldo e piumoni... (sui piumoni ho disegnato piante di vetiver per mantenere stabili le dune) ;)
Sto valutando se cambiare il titolo in: Capannone vs Depressione.
(E voi non siate troppi criptici, qui siam gente di campagna).
Io Woody Guthrie lo ascolto in clandestinità, la depressione che stà arrivando può essere un buon incentivo a cercare parole e canzoni per vivere al meglio.
Libri che ci accompagnano, buoni amici che sorridono, canzoni da cantare ed un paio di gatti sul letto che ronfano.
Minimalismo di sopravvivenza.
(Renato, vorrei davvero riuscire ad essere altrettanto ottimista).
(Il mio abitualmente ronfa tra le periferiche o nel cestino del pane).
(Meristem, credo che lei abbia perso queste: "i", "i", "i", "i", "i")
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