Accade dunque che la suddetta signora Uppe mi abbia scodellato questo "meraviglioso" coso nascosto in vecchi commenti -e non sia mai che questo blog, che sta giusto tra RAI Educational e la chiamata di correo, non lo condivida:
[...] un "frutto" trovato da un amico ai piedi di un albero che, dice, somigliava ad un agrume. Io quel coso li' l'ho gia' visto in passato, ne avevo trovato uno chissa' dove e mi ero chiesta pure io di che si trattava. Magari e' qualcosa di banalissimo [...]
Un banalissimo geranio, sì.
Appena appena un po' mutante.
Nicola: E' più facile che io riconosca la composizione minerale di un aggregato ma ci provo... cedro? bho?!
io: Palline da tennis antinebbia raggrinzite dai primi freddi?
io (guardando intenta da sopra gli occhialetti scivolati sulla punta del naso, sopracciglio inarcato): [...] un Citrus di una qualche varietà particolare, tipo il Kaffir Lime (Citrus hystrix: gli somiglia molto, ma non è altrettanto cellulitico) oppure il Cedro riccio "vozza vozza"...
[se ne dicono di vaccate, eh]
ancora io (nel vano tentativo di guadagnare tempo e/o scoraggiare le ricerche): dove è stato rinvenuto codesto reperto alieno? e dentro come si presentava? odore, sapore?
CPUppe elabora i dati:
Rinvenuto a Carbonia. Il fotografo dice intanto che e' uscito un succo lattiginoso dal picciolo, di odore resinoso. Dice pure che se riesce fara' una foto alla pianta.
Il supposto agrume.
Ecco le foto del piu' piccolo dei due tagliato. Dice l'autore che ha un odore "resinoficodindioso"... :O
Non l'ha assaggiato e non ha alcuna intenzione di farlo. :D
E come dargli torto.
No, tutto considerato, non è un cedro. [Che caspita è questo blob verde?!]
E mentre qui si guarda all'oggetto alieno con gli occhi a palla, Paolo -aka Caprette Tibetane- passa per commentare tutt'altra cosa in tutt'altro post e butta lì, con assoluta nonchalance:
[...] logica conseguenza della dittatura mediatica in cui si sono trasformate le democrazie. E io continuo a vivere senza televisore, e ascoltare Radio Nostalgia (quella genovese, non fraintendiamo...). Equipaje: problema risolto, è la Maclura pomifera o spino degli Osagi, io mi ero fatto ingannare dalle dimensioni e ci ho fatto una figura barbina ;-(( Quindi niente agrume ma un frutto praticamente immangiabile se non dagli indiani d'America.
La "figura barbina", se ne deduce, consiste nell'averci messo qualcosa più dei consueti due secondi a dare un nome a questa -ehm- palla a forma di cervello verde di scimmia.
Una pubblica ola per l'eminentissimo dottor Caprette Tibetane, sempre sia lodato! :)
(Fare i compiti insieme è tutta un'altra cosa! :) E comunque, io questo coso qui in giardino non ce lo voglio, eh).
15 commenti:
Ellapeppa, addirittura un post dedicato! Grazie Equi! E naturalmente grazie anche a Paolo che ha risolto il mistero, sia da parte mia che da parte di Pasliz, il fotografo abbonato alle stranezze botaniche :)
In effetti e' un coso ben strano, bruttarello e apparentemente inutile. Affascinante l'uso che facevano gli Osagi del suo legno. Sarei curiosa di vederlo, questo benedetto durissimo legno color ocra con venature scure, deve essere bello.
(Pero' anche tu, Pasliz... l'altra volta un grosso fiore che puzza di cavallo morto, stavolta il cervello di scimmia... ma un grazioso fiorellino sconosciuto mai? :P)
Qui ci vorrebbe Meristemi... dal sito di PFAF la pianta ha uno dei rating più bassi mai visti sia come edibilità sia come usi medicinali per quanto le radici pare siano ricche di antiossidanti e antibiotici naturali...
http://www.pfaf.org/database/plants.php?Maclura+pomifera
(Già: dov'è finito Meristemi?)
Uppe: troppo strano il coso per non condividerlo urbi et orbi!
E a proposito di orbi (botte da), i miei complimenti per l'impeccabilità logica con cui hai condotto la maratona commentatoria di la' :)
(Se il fotografo di stranezze gradisce i credits per le due foto: che parli ora, o taccia per sempre).
Mi hanno detto che è affannato.
Grazie mille per l'aiuto!
Se volete posso ricompensare con qualche semino di cervello di scimmia :)
Per i credits non fa nulla.
"E a proposito di orbi (botte da), i miei complimenti per l'impeccabilità logica con cui hai condotto la maratona commentatoria di la' :)"
Grazie, ci sto provando (non e' mica ancora finita, temo... +_+).
Pasliz a presto con nuovi fetidissimi reperti (non c'è due senza tre)! :D
(Meristemi in orto circuito?)
Quel grumo l'ho visto più di una volta sul marciapiede di via Mameli a Trastevere, l'ultima due giorni fa. Ho allucinato? Andrò a vedere.
Santa Wikipedia sostiene che la Maclura -introdotta in Italia nel 1827, e piacerebbe sapere in quali circostanze- ebbe certa diffusione soprattutto in Toscana e nel Lazio, dunque: possibilissimo. Qui nel profondo nord non se ne vedono.
Poi leggo in rete che, nell'ambito di un progetto sui nativi americani, lo scorso anno è stata messa a dimora una Maclura a Grugliasco (To): ed è che la storia sociale delle piante è materia davvero interessante :)
Ci sono alcuni esemplari di maclura pomifera vicino a casa mia (Bologna, periferia est)! Trovai anni fa per terra gli strani frutti e anch'io rimasi abbastanza sbigottito. Fornirò presto le prove :-)
In Emilia la Maclura non manca. Da bambino (taaaanti anni fa, retequattro era ancora una Tv) ci giocavo a bocce, coi frutti raccolti vicino ai fossi. Sempre avuto un debole per le piante utili ;-)
Finalmente segnalato un utilizzo eminentemente sociale della Maclura.
(Meristemi, bada: domani sono a Fidenza, mi dedicherò a censirle una per una) :)
Presentendo qualcosa sono migrato verso aree più caspiche.
Benchè il post sia di qualche anno fa, voglio segnalarti un post dal blog Lazio segreto dove della Maclura pomifera si dice qualcosa di più per chi ha voglia di sapere e apprendere.
Scoprirai che gli indiani Osage non lo mangiano quel frutto ma usano il legno per farne archi e coloranti per il viso e farmaci...
Rolando
http://laziosegreto.blogspot.com/2010/02/blog-quiz-2-2010.html
Grazie Rolando, molto gentile.
Posta un commento