giovedì 2 giugno 2011

Gerbera e champagne


              

C'era una volta una città dove le modelle erano più numerose delle cabine telefoniche, gli showrooms più tenaci del Cynodon dactylon, la creatività degli stilisti seconda solo a quella di piazza Affari. Una città con dieci brokers per ogni tiglio, e una cricca del cemento che non aveva mai fatto prigionieri. Ora questa città è divenuta terra di prodigi e di predicazione messianica, teatro di scene millenaristiche; e nessuno sa che cosa ne sarà di lei.

Un educado y casi anónimo abogado de pelo blanco la percorre in lungo e in largo da mesi, sempre sorridente e di biancovestito. Invita a porgere l'altra guancia e cita Gandhi e don Milani ad ogni piè sospinto: e cammina un casino, costui.  Si rivolge alle folle narrando della "marcia del sale" e della bellezza del fare politica "consumando le scarpe". Pronuncia parole dichiaratamente anticonsumistiche -"la felicità non viene dal possedere un gran numero di cose"- o apertamente cattocomunistiche -"come posso essere felice se io ho molto e il mio vicino non ha nulla?". Sobrietà, rispetto, gentilezza, misura: un antibauscia per eccellenza. Non è un grande oratore ma quando lui parla decine di migliaia di persone si radunano sotto il diluvio universale, e nel cielo sopra la cattedrale si staglia l'arcobaleno doppio, a suggello dell'alleanza con la città. Più che un'elezione amministrativa, un'esperienza spirituale. Siamo in piena irrazionalità da grandi cambiamenti, è vero, ma questa volta si tratta di magia buona che, ne siamo sicuri, si propagherà in fretta.


Senso della Storia in movimento e strizzoni al cuore collettivi: e noi che quasi non sapevamo nemmeno più di avercelo, un cuore. Anni di neolingua orwelliana e di parole in libertà rivolte alla pancia della ggente, intese a discriminare alcuni per avere il voto di molti, volte a coltivare la paura -quella paura che, altri hanno detto, mangia l'anima e uccide la mente. E ora tornano parole con un senso e dirette al cuore, comunicazioni semplici che non si vergognano del loro candore e puntano dritte all'essenza del nostro stare insieme: convivere, condividere, partecipare, essere umani, restare umani. Uno dopo l'altro cominciano a fioccare i #morattiquotes e le parodie e in breve tempo è un diluvio, una frana, il sortilegio che si dissolve, la risata che li seppellisce. Una catarsi collettiva.

Sciurette eleganti con il filo di perle e la sciarpetta arancio o gente rimpannucciata in stracci arancioni, scout, motociclisti tatuati, professionisti, cassintegrati, uomini, donne, giovani, anziani, belli e brutti, magri e grassi: a furia di guardare la TV ci si era un po' scordati di quanto stupefacente potesse essere il tasso di biodiversità di una vera piazza cittadina. E tutti a sorridere, molti commossi sino alle lacrime, sventolando gerbere o palloncini, cantando o abbracciando perfetti sconosciuti (sia pure con qualche pudore), come fosse finita la guerra.


E' una città in piena love story, la Milano di questi giorni. Un amore che si credeva di non poter più riprovare, una commozione da cui ancora non ci si riprende. Una catarsi collettiva -lo so, l'ho già detto, ma proprio di questo si tratta. Ci vorrà del tempo, speriamo moltissimo, per riassorbire la botta di emozioni che quest'incredibile maggio milanese ci ha assestato. Ma siamo gravi, vi avverto: qui non riusciamo più a smettere di sorridere, e questa festa non vuole finire. Ben ritrovati :)

19 commenti:

Renato ha detto...

Bentornata! Erano decenni che non mi emozionavo per un "fatto" politico. E' sembrata la fine di un incubo, la fine degli anni di merda,
la speranza delle passioni ... sproloquio e quindi mi fermo.
Ma le mummie di destra-sinistra-centro sono ancora li con il loro linguaggio da morti viventi.
Speriamo che il vento sia abbastanza forte da spazzarli!!
Buona vita.

strega reticente valverde ha detto...

Che bello rileggerti, grazie ...
Sono felice per voi e speriamo bene...
ciao cara
un abbraccio
val

Alligatore ha detto...

Milano ha fatto la scelta giusta, complimenti ai milanesi, io in Pisapia ho sempre creduto, nelle sue possibilità di vittoria e sul fatto che farà bene. Ora l'impegno è per i REFERENDUM...

TreScogli ha detto...

Benritovata :)
Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte. (Kahlil Gibran)

equipaje ha detto...

Ciao Renato, a chi lo dici!! Molto più delle mummie di destra -che ormai hanno il tempo contato- a me preoccupano quelle di "sinistra".

Val, non solo per noi, Milano libera tutti! ;)

Alligatore (posso chiamarti Vanessa?): non è tanto Pisapia quanto la spinta di popolo che gli sta dietro, ad impressionare; qualcosa che non si vedeva da decenni.

Trescogli, ciao! Una notte lunga più di vent'anni però me la sarei risparmiata ;)

Harlock ha detto...

Sono fuori da codeste città dove si fanno i cambiamenti, leggo, ascolto, ma quì per adesso le mummie esistono e non cambiano.
Bentornata, sono veramente felice di rileggerti :-)

Alligatore ha detto...

Vanessa, Gino, Ally... chiamami come vuoi ;) e poi, hai ragione: di sicuro c'è dietro una mobilitazione vera e forte, come a Milano e in Italia non si vedeva da anni, per la storia di Pisapia, per chi ha vicino, e per le sue idee, che finalmente trovano rappresentanza.

equipaje ha detto...

Harlock, anch'io :)

lorenza zambon ha detto...

brava! ben detto e ben raccontato. occhio alle mummie e facciamo germogliare qualcosa di vivo!

Vera ha detto...

:DDD
Tempo di miracoli! Milano che si rinfresca la faccia ad una fresca fontana, ed Equipaje che torna sul blog!!
Adesso forza faciamoci trascinare dall'onda:
Tocca ai referendum

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equipaje ha detto...

Lorenza, mio mito e leggenda :)*** son venuta a vederti lo scorso settembre al Trotter, i bulbi che hai distribuito sono diventati degli splendidi tulipani gialli! No, tra le mummie non faremo prigionieri ;)

Vera, non so se sia un ritorno o n'affacciata 'e fenesta ma di sicuro con questo clima frizzantino torna la voglia di fare, bacio! :)*

mauri ha detto...

Non mi sembra vero che tu sia riapparsa, forse un nuovo inizio, una nuova primavera è nell'aria, aria di rivoluzione, speriamo.
Nell'attesa io continuo a rompere le palle a tutti verbalmente, tutti quelli che vedo ricordo loro l'importanza di andare a votare per salvare l'acqua, salvarci dal nucleare e renderci tutti uguali davanti alla legge.
Milano non mi basta voglio di più, voglio vedere facce nuove e idee nuove, questi ultimi anni che hanno portato la politica dall'etica all'estetica non riesco a digerirli, questa politica fatta di puttane e ladri non mi si addice.
Spero non passi ancora un anno prima di rileggeri :)

equipaje ha detto...

Cinquantaquattro minuti sono un tempo ragionevole?
E' un'autentica festa ritrovarvi!
Ho ancora qualche arretrato di lettura con voi -una voragine sul Carnevale della Biodiversità- e un template che pare ormai del 1800, ma ce la faremo, compagni

Franz Mosco ha detto...

dopo ti leggo per bene, per ora faccio la hola e ti abbraccio!

e non scomparire di nuovo eh!

iosononicola ha detto...

Giusto una rivoluzione bisognava fare per riaverLa in giro per i blog.
;-)
Yepa!!

equipaje ha detto...

il buon vento di cambiamento mi stana e rivitalizza, l'orticello decontestualizzato e asociale m'avvvilisce e deprime, sarà che sono strana io, ch'avimmo 'a fa'.
no, la ola no, non fate l'onda! ;)

Franz Mosco ha detto...

a me una bella ondata che, partita da Milano, travolge e ripulisce tutto lo stivale piacerebbe assai, altro che no!

artemisia comina ha detto...

sei come quelle piantine che se ne restano accucciate e ferme e apparentemente secche, che alla benefica rara pioggia si aprono e vegetano e verdeggiano e fioriscono.

equipaje ha detto...

cara :) sì, sono una rosa di Gerico (Selaginella lepidophylla), ma piove così raramente. oggi piovono pietre, però :(