sabato 16 gennaio 2010

Se va di traverso












Tuscan Landscape


Non è questo, quel che James vuol sentire mentre contempla la patria di Slow Food, gli antichi casali e le dolci colline, per tacere di quei goduriosi pranzetti a base di pasta, bruschetta, mozzarella e ottimo vino.
Non è questo, quel che James vuole sentire mentre è impegnato a cogliere il legame spirituale tra gli italiani e quel loro leggendario paesaggio pastorale -aria, terra, cibo.

Parole come condizioni disumane rovinano il divertimento, spengono l'entusiasmo.
Quando si inizia a pensare alle implicazioni culinarie di una rivolta, il cibo perde sapore.

Locale, fresco e sano sì.
Etico, no?

James McWilliams su Freakonomics (New York Times Blog) a proposito di Rosarno: Italy’s Culinary Paradox.

(idee chiare, i commentatori di James: And this is different from us… how?)

19 commenti:

Nicola ha detto...

Valeva veramente la pena di aspettare in un angolino il suo ritorno alle tastiere, madame!

equipaje ha detto...

Dovrebbe tornarci anche Roberto, alle tastiere! ;)

(ti piaci, lassù in alto a destra in ordine alfabetico?)

giam ha detto...

vorrei che Luigi ci dicesse quel "molto" che ci sarebbe da dire, proprio perchè è un imprenditore agricolo e proprio perchè coltivando "bio" (o almeno così mi è sembrato di capire) ne sa certamente più e meglio di me.

Nicola ha detto...

Wow... sono confuso. Si parte dal più ganzo al più sfigato vero? :)

equipaje ha detto...

in ordine di anzianità ;)

Quanto al resto: chi sa, parli.

Due cose:
1.
Vero che "si è scelto a tutti i livelli di non vedere", ma vero anche che questa volta è piuttosto difficile dire di non aver visto. Pure in Ammmerica, ci videro.
2.
Siam qui a parlare di certificazione etica -manco fossimo in Pakistan- quando dovremmo parlare di come far lavorare l'ispettorato del lavoro.

(Sì, sono in vena di barzellette, 'stasera).

Luigi ha detto...

C'e' molto da dire, ma sono argomenti che,per stazza, non possono essere affrontati in un blog senza trasformarlo in un mattone.
Proporrei invece per capirci meglio un punto di riflessione che ritengo utile.
Io ho impostato una coltivazione pilota (circa 15mila piantine) di fagiolini "oil free",senza uso di motori a scoppio,senza fertilizzanti chimici e senza pesticidi. Vengono fuori buonissimi pero',essendo raccolti a mano, una persona ne raccoglie e incassetta 12 kg/ora (in piu c'e' tutto il tempo dedicato alla semina e alla pulizia periodica del terreno che altrimenti raccogli erbacce).
Ecco, la mia domanda e' questa:
Siccome l'ipotesi della decrescita presuppone in un certo qual modo l'uso del baratto locale e siccome ciascuno di noi quantifica il suo impegno ad un certo costo orario.
Domanda: Qual'e' il vostro rapporto oraequivalente per un kg dei miei fagiolini?.
Ossia detto in parole povere, quante ore/frazioni di ore volete lavorare (facendo quello che siete piu portati a fare) in cambio di un kg dei miei fagiolini?

..althea officinalis.. ha detto...

Ti seguo.. a presto!

Renato ha detto...

Dopo le verdure e i frutti ci resteranno indigesti i caffè, poi i cementi, gli asfalti, i treni e gli autoveicoli e poi i computer, i vestiti, i pesci e poi gli apparecchi fotografici, i cd e i dvd e i films e i libri e .... perdindirindina etica e merce non hanno nulla in comune! Va bene se per 1 Kg. di fagiolini ci metto 3 Kg di patate oppure un fermacapelli in cuoio (che anche se a concia vegetale non me lo passano eticamente corretto!)

equipaje ha detto...

Esco un attimo e trovo un banchino abusivo che tenta di smerciare fagiolini?
Fagiolini, proprio. O che non lo sapete che è il fagiolino solidale la causa della débâcle delle sinistre?

(non ci provo nemmeno a tirare le fila del discorso, divagatori.)

luigi ha detto...

mmh, forse hai ragione. Non perdo occasione per aprire un banchetto rigorosamente abusivo a bordo strada. ;)
tre kg di patate mi paiono un baratto equo. Per quanto riguarda il pettine direi anche (se e' davvero bello forse ci guadagno io).
Bene non stiamo divagando, il succo e' li'.Continuando con le banalita'....
I fagiolini resi sul mercato di Alessandria valgono 17 centesimi al kg. A quel prezzo non vale la pena di raccoglierli.
Ora, se un operaio tedesco costa 42 dollari ora e un equivalente coreano ne costa 1 al giorno...
e' evidente che l'operaio tedesco influenzera' la produzione globale piu del collega coreano.
E' meglio produrre un oggetto diretto a chi ha una capacita' di spesa 420 volte superiore piuttosto che produrre per chi non riesce a sfamarsi.
Ne consegue che: produzione, DESIGN, ARTE,letteratura.. vengono fortemente influenzati da questa distribuzione sbilanciata delle retribuzioni.A mio parere NOI ABBIAMO UNA VISIONE DISTORTA DEL MONDO. L'abitudine alla bellezza ci nasconde la realta' .
Per come e' concepito,tutto il nostro sistema e' destinato ad "andare di traverso".
mi fermo che sto scrivendo lenzuolate..

Renato ha detto...

Gente, io apro spesso banchetti abusivi e stà diventando durissima!! Continuo la lenzuolata: se un qual si voglia lavoratore fosse pagato il giusto, in un mondo ideale e equo, lavorerebbe ... 20 ore settimanali? 15? pagato 2000 euro, 3000 al mese?
Il nostro computer costerebbe?? e i fagiolini??
E' la forma merce che ci frega o la forma denaro?
Cavoli, roba da togliere il sonno.... mi sa che ritorno al buon Carlo nelle notti di insonnia o è meglio il ciclo della "Ruota del tempo"!

equipaje ha detto...

Il denaro in sé non è lo sterco del demonio, è un semplice mezzo di scambio. Anche la merce, in sé, non è un problema; mentre lo è -eccome- quella che appunto il buon Carlo chiamava "produzione generalizzata di merce non finalizzata al consumo ma all'accumulo di denaro" (il buon vecchio D-M-D').

Luigi: no che non è questo, il punto. Tu fai una descrizione della situazione attuale che, credo, è già sufficientemente chiara a tutti. Il punto che -senz'altro malamente- tentavo di porre io era, semmai: come ci barcameniamo, "noi", in questa situazione? Dove per "noi" si legga: noi che, a rilevare i costi umani che le stanno dietro, ci va di traverso la spremuta.

L'esempio del fagiolino, poi, non calza. Perché il fagiolino me lo posso coltivare nell'orto mentre l'arancia, se la voglio, me la devo comperare. E questo fa parecchia differenza. Posso solo decidere di non comperarla più, oppure..?

(e infine, sia detto tra parentesi: schiacciato tra il fagiolino solidale burkinabé e quello autoprodotto nel mio orto, quel tuo fagiolino alessandrino oil free non lo vedo mica bene. Organizza una pick-your-own farm, no?)

(vaya lenzuolata)

Luigi ha detto...

Scusami,saro' antipatico..

..noi che, a rilevare i costi umani che le stanno dietro, ci va di traverso la spremuta....

Appunto, la spremuta forse e' meglio non berla. O se la bevi mettiti il cuore in pace, che la canna da zucchero ad Haiti la compravano a due euro la tonnellata e le arance in giro per il mondo i sei cent kg se li sognano.
I miei fagiolini li vedo male pure io, ma purtroppo vedo male anche gli ingegneri con i loro computer (260 euro per un computer portatile di marca con su windows).
Gioco a fare dei paragoni, tre kg di computer valgono come due litri di champagne, come 10 kg di gelato, come 5 kg di salatini, come due kg di marron glace',come una tonnellata di fagiolini...
Il punto non e' questo?..
Gia' siete informati e coscienti del fatto?...
beh, prendete atto del fatto che da qualche migliaio di anni sfruttiamo schiavi ed il sistema in cui viviamo e' fatto cosi.
Non e' accettabile?, beh basta rifiutarlo.
NESSUNO VI PUNTA UN FUCILE PER COSTRINGERVI A MANGIARE ARANCE e neppure nessuno vi costringe a comprarle all'esselunga.
Basta Spegnere luce e automobile,spegnere ipercoop e coltivare fagiolini autoprodotti.
Scaldarsi a legna tagliata in proprio.
Oppure ACQUISTARE arance direttamente pagandole il VERO prezzo e muovendosi una buona volta per andare a VEDERE cosa si compra.
Tutto il resto,a parer mio, e' inutile perdita di tempo.

Nicola ha detto...

Forse vado OT... nel caso mi si perdoni.
Tornando all'articolo citato a me viene un dubbio: non è che la delega (non sempre responsabile) della nostra sovranità alimentare ha generato un po' di mostri? (certificazione bio compresa)
L'evoluzione culinaria (se si santifica la cultura rurale e dei prodotti tradizionali si parla di cucina...) è stata lasciata in mano alla grande distribuzione, agli chef e a SlowFood "liberandoci" dalla necessità di acquisire competenze ed informazioni sia sul singolo prodotto (ingrediente) che sulla sua produzione. Non c'è più un'evoluzione culinaria da quando Cristoforo c'ha convinti a mangiare gli spaghetti con il pomodoro se non con stramberie tipo la cucina micronizzata... che può anche essere eccezionale ma dubito farà "Storia".
Mi sono perso nelle parentesi... :)
Vabbè: ero OT...

luigi ha detto...

Vedo che Nicola ha ben compreso dove volevo arrivare.

Renato ha detto...

Il denaro non sarà lo sterco d.d. ma mi sembra una delle cause del disastro planetario in modo particolare quando assume il nome di Capitale (di comando). Qui la lenzuolata necessita di ripasso testi sacri e blasfemi!
Per il John Zerzan l'agricoltura è una delle cause del disastro ... produzione che eccede il consumo, stoccaggio, vendita e nascita della domanda-offerta. Buona era la proposta del "reddito di cittadinanza o reddito universale. Mi è andato di traverso il caffè (solidale per dio!) Qui o si fà come il mio amico Felice che lo fa con le ghiande(discreto) e poi si fuma il sigaro autarchico alla Giobbe (psicotropo quasi) oppure si va di mallox.
Per quelle decine di migliaia di migliaia di metropolitane/i?? Va bene ci penso un paio di giorni, poi faccio un post e poi torno in montagna a fare la resistenza.

silphion ha detto...

Luigi,
e una volta che io te ed equipaje abbiamo spento luce ed automobile, ipercoop ed abbiamo iniziato a coltivare fagiolini, e a scaldarsi a legna tagliata in proprio, gli altri (la maggior parte dei consumatori) che fanno? Non faranno niente perché non saranno disposti a queste rinunce, e non credo riusciremo a convincerne molti, senza telefono ed automobile e motorino non riusciremo neppure a raggiungerli per convincerli. Quindi voto per la seconda delle due, andare a mettere il naso dove le cose succedono. Gatti è uno che lo ha fatto. http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/01/18/annozero-i-nuovi-schiavi-e-il-primo-marzo-2010/

Nicola ha detto...

come al solito, la "biodiversità" degli atteggiamenti è una buona soluzione percorribile ;)

equipaje ha detto...

Fosse così! Ma qui siamo sul set di Hellzapoppin' :)