Lo Stagno è separato dal mare da una sottile striscia sabbiosa -"La Cinta"- lunga circa quattro km. Anche in piena stagione balneare, sono pochi i bagnanti che da San Teodoro si spingono oltre il primo chilometro.
Sul lato esposto al mare la sabbia è bianca e fine. La parte più interna interna della striscia e quella affacciata sullo Stagno sono invece conformate a dune sabbiose, stabilizzate dalla vegetazione.
Una vegetazione davvero particolare, che cresce direttamente sulla sabbia.
L'isola di Tavolara (base NATO) vista dalle dune.
Al centro-destra, un triangolino di mare
Nel giro di pochi metri si passa dalla macchia di lentischi, ginepri, olivastri
Stagno, dune, Tavolara sullo sfondo
aves desconocidas
"giovani di cardellino", precisa il mitico Andrea :)
al cisto colloso, alle violacciocche
Matthiola tricuspidata
alle pallette di Posidonia oceanica spiaggiata, ai ciuffi di Ammophila littoralis -ovvero sparto pungente, il principale consolidatore delle dune.
Pallette e ciuffi che qui non vedete perché mi son detta "li fotografo domani" ed invece l'indomani ero a Nuoro a rovinare vacanze mie ed altrui, con tanti cari saluti al carpe diem.
Ho però per fortuna almeno immortalato uno dei protagonisti assoluti delle dune di luglio ed agosto: il giglio delle sabbie (aka lizzu de mare)
Pancratium maritimum
che cresce anche in qualche altro litorale italiano -o, per meglio dire: a crescere lui ci prova pure, porello, ma questo suo vezzo suicida di fiorire in piena stagione balneare tra le pinne dei bagnanti di sicuro non l'aiuta granché
Leggo che sull'affollatissima spiaggia di Fetovaia (isola d'Elba) è in corso da tempo nientemeno che l'Operazione Pancrazio (!)Bulbi interrati direttamente nella sabbia, fiori bianchi grandi e profumati, i ben più furbi pancrazi di San Teodoro crescono invece sulle dune dopo il primo chilometro di spiaggia, relativamente al sicuro dalle pedate e dalle adunche manine dei bagnanti. E sono dunque per fortuna ancora numerosi, e relativamente poco disturbati.
Questa zona della Sardegna era verde come quasi mai in questa stagione, ha piovuto moltissimo anche lì. Bellabella, altroché.
Questo post sabbioso è idealmente dedicato
- al tenutario dell'orto di carta, che di coltivazione sulla sabbia -e non solo- ne sa
- a Frank Herbert (prima maniera)
9 commenti:
Grazie della cartolina! Posto fantastico... mi hai fatto venire in mente che ho perso "passavamo sulla terra leggeri" di Sergio Atzeni (improperi vari...) e mi hai, contemporaneamente, dato un'illuminazione sull'esatta provenienza dei lombrichi di proporzioni babeliche dell'orto!
Saluti!
bei posti, una vista su qualcosa di molto diverso dalle terre che frequento io...
Bellissime foto, Equipaje! Io sono di ritorno dal Mare d'Irlanda, Canale di San Giorgio, Mar Celtico, dove il color ghiaccio dell'acqua e le "torbiere" da marea danno un'impressione affascinante sì ma imparagonabile con il caldo colore mediterraneo. Anch'io vidi un giglio delle sabbie in Gallura, e fu emozionante!
Ma un'altra forte emozione mi viene dal sapere che c'è qualcuno (finora non ne ho conosciuti) con cui posso parlare di quello splendido romanzo che è "Passavamo sulla terra leggeri". Probabilmente sei sardo, Nicola (i lombrichi non passano il Tirreno...), e quindi resterò probabilmente uno dei pochi continentali ad aver letto il capolavoro del compianto Atzeni. Parliamone!! :-)
E così s'approfitta dell'agosto per golpeggiare e forumizzarmi il blog?
Nicola is HERE
(ca quali sardu, pi favuri!)
ciao! Gli uccellini a banda gialla credo non siano altro che giovani di cardellino, dalle caratteristiche ali gialle e nere. a presto!
Ti attribuisco pieno merito e responsabilità di quest'identificazione direttamente sotto la foto. Grazie! :)
Grazie! ma oramai (dopo aver visto l'adulto in basso a destra che mi era sfuggito) sono sicuro: cardellino!
grazie dalla Gallura per le tue belliisme foto e .. anche per il resto!
ciao
Marcello
Grazie a te Marcello
(avrei volentieri risposto sotto il tuo post, se solo avessi capito come fare..!)
a presto
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