lunedì 2 febbraio 2009

Cime tempestose

Ci son gli olivi di Palestina, i tigli di Berlino, i ciliegi di Kyoto, le palme di Marrakesh. E poi i pioppi di Fort Alamo, gli alberi del pane del Bounty, i platani di Haendel, i salici di Quasimodo, le querce di Albion.
Noi, qui, nel nostro piccolo, abbiamo i cedri del Buen Retiro.
Paiono lì da sempre, ma non è così.

Strobilo di Cedrus deodara


La parte più vecchia della casa dove vivo è del 1929. Appena costruita ci vennero a stare nonno, nonna e i loro sette figli: mio padre, nato nel 1919, era uno dei più piccoli. Poi i figli crebbero: le femmine si sposarono ed andarono via, i maschi restarono qui. La casa raddoppiò, ne vennero quattro appartamenti per altrettanti nuclei familiari. Nel giardino, equamente suddiviso tra fratelli, c'erano gli orti e qualche pianta da frutto.
Poi vennero gli anni del miracolo economico, gli zii si fecero le villette, mio padre comperò le loro quote di casa. La fine degli anni '60 colse mia madre impegnata a coniugare il giardino secondo gli stilemi del suo nuovo status piccolo borghese: prima via gli orti, poi pian piano via tutte le piante che fanno sporco -il fico e il cachi prima, la vite e l'albicocco poi. L'operazione "salotto di rappresentanza" perfettamente asettico, era iniziata: dentro le edere e le salvie splendenti e, soprattutto, dentro le conifere: che' la conifera teoricamente non spoglia e non sporca ed è quindi pianta sommamente gradita alla Grande Madre Massaia Mediterranea (GMMM). Io sotto sotto ne sono sempre stata un po' persuasa: per riuscire a tratteggiare così genialmente la filosofia del "giardino da GMMM", Ippolito Pizzetti deve per forza aver conosciuto mia madre in qualche strana occasione, forse prendeva appunti ben nascosto dietro un cipresso mentre lei armeggiava in giardino.

Qui nel Buen Retiro -che, si badi, non è mica il Bois de Boulogne- di conifere al momento ce ne sono "solo" cinque, e tre di queste sono cedri Deodara alti forse venti metri.

Cedrus deodara


Questo è successo qui, a casa dei miei. Ma nelle vicinanze la storia è ovunque la stessa: se cerco i cedri del Buen Retiro su Google Maps (si vedono perfettamente) li trovo annegati nell'oceano di conifere dei giardini e giardinetti circostanti: tra l'Alto Milanese ed il Basso Varesotto la conifera impera ovunque senza serî concorrenti. Senza concorrenti, sì: perché provateci voi, a far crescere qualcosa sotto i pini, o a fare il compost con gli aghi di pino. Ordinato ed asettico, antisettico ed antibiotico: questo è il Giardino della GMMM.

Cedrus deodara


(Ma tutto sommato i miei li devo ringraziare: che' nella loro foga di ricreare un angolo di Himalaya evitarono perlomeno d'impiantare l'albero che negli anni '60 andava per la maggiore qui in zona, l'innominabile cosa là. Almeno quello, per fortuna, manca.)

(continua?)

18 commenti:

Franz Mosco ha detto...

Mi piace un casino il tuo babbo che compra la vecchia casa invece che farsi la villetta

PS: continua, continua! :)

Anonimo ha detto...

Maddài, manco una robinia? Inaudito.

Anonimo ha detto...

Shhh... ma allora c'è!
M.me, iniziavo a preoccuparmi!
In una casa precedente, in una vita precedente avevo un giardinetto di 2m x 2m e nel mezzo uno di quei giganti (1,20 di diametro)... bello eh, suppongo fosse lui a tenere su la casa...

equipaje ha detto...

No, per fortuna niente robinie. Ma l'innominabile pianta insubre anni '60 è ben altra! (ok, continuo. con calma però) :)

equipaje ha detto...

Nicola no te preocupes, lo sai che ormai posto soltanto quando nevica! :) Oggi 12 cm., a proposito.

(L'intero Varesotto, sospetto, è appoggiato su radici di conifera).

Anonimo ha detto...

A me sarebbe piaciuto farne qualche pianta da seme, cosi due anni fa' ho seminato in un vaso dei semi che il mio vicino rumeno giurava di aver preso da una pigna di cedro.

E' nato un bel boschetto azzurrino, ma erano Juniperus virginiana :-((

Paolo

equipaje ha detto...

Paolo, tu dimmi solo quanti quintali di strobili ti servono ed in quale epoca esattamente, e io mando! :)

Harlock ha detto...

Si può sempre fare un po' di posto;-)

Ciao alla prossima nevicata:))

Anonimo ha detto...

Dunque, dunque... varesotto, cavoli sono impreparata sugli anni '60 del varesotto. Nella periferia milanese nord e bassa Brianza, a parte le onnipresenti robinie andava l' "acero giapponese" nomencatura sotto la quale temo andasse qualunque acero di 1,50 mt massimo (all'acquisto in vivaio). E non poteva mancare il glicine. Verso il pavese non si poteva avere il giardino senza la betulla e l'oleandro (in quanto ad accoppiate i pavesi eccellono). Ovunque pini e pini e pini ma di tutti i tipi, 'perché non sporca'. Poi sotto non cresceva nulla e ci piazzavano il finto pozzo pieno di primule.
Insomma, ci dica madame qual'è questa pianta, che s'ha da ampliare la cultura sul varesotto!

Anonimo ha detto...

Dalle nostre parti con "quella cosa là" si intende l'ailanto... ma non so se vale.
Cosa si vince?

Anonimo ha detto...

Dalle mie parti la magnolia era un must per i giardini dell'upper class bassopadana. Soprattutto per medici ed avvocati. Confermo il glicine, che però con tutto quel codazzo di insetti che lo frequentano a mio avviso andava in contrasto ideologico con lo "sporco".

equipaje ha detto...

Momento! Il tempo di fare due foto domattina qui intorno, e domani sera la posto.

Non ci siamo mica! Vi si nota che non siete nati nel varesotto, sapete? :)
(suona come un complimento?)

Glicine, aceri = non sono orrendi!
Ailanto = non si allevavano filugelli!
Magnolia = class in ascesa, but not so upper!

Si vincono alcuni etti di pigne verdi assortite, contenti? ;)

Anonimo ha detto...

sono indeciso se buttare lí un abete ...noo? sará mica l'araucaria?
cat in incognito dall'ufficio

Anonimo ha detto...

No dai, non puoi non dirci qual era quell'altro albero. Sono troppo curiosa...!

Io amo i giardini spontanei e selvatici. Niente cedri dunque. Anche se il cedro come albero mi piace molto.

Poi, dove abito io forse non sopravivrebbe. Sono in Svizzera a 800 metri di altitudine.

Complimenti per il post. Chissà com'è bella la tua casa, già soltanto perché custodisce la storia della tua famiglia.

A presto
Cinzia
cioccolatamara.splinder.com

Anonimo ha detto...

CAMELIA!

ho telefonato a un mio amico di Varese. dico sul serio. Lui dice camelia. E dice che le avete fatte diventare degli alberi giganti.
Però a me sembra che la camelia sporcazzi alla grande...

Spero di essermi aggiudicata la fornitura di pigne che mi abbisognano, altrimenti domani organizzo una battuta con la guida telefonica di Varese improvvisandomi intervistatrice per sondaggi
"Buongiorno sciura, può rispondere a due veloci domande sulle piante del suo giardino? Quali alberi ha in giardino che sono diffusi nel varesotto? E quali aveva sua madre?"
(con la mia fortuna telefonerò a tutti gli inquilini dell'Aler...)

Franz Mosco ha detto...

Signora mia, qui non se ne puo' piu' di lauroceraso. Barricavano e tuttora barricano la privacy delle loro villette dietro monumentali siepi di lauroceraso.

Ma non siamo nel varesotto. Sperando di non vincere, porgo distinti saluti.

equipaje ha detto...

Eccomi!
La camelia in effetti è proprio obbligatoria, confermo, ma è indubitabilmente un arbusto!
E così pure il lauroceraso (caduto un po' in disgrazia, ma non manca).

Cinzia, grazie :) i cedri -soprattutto con la neve di quest'anno- son belli, ma per un giardino sono un notevole vincolo.

E Cat... che dire di Cat? E' un professionista, lui ;)

(Vado a rileggere e posto, uff, ansiosi! :)))

Anonimo ha detto...

E pensa che però con quel fare asimoviano, anzi, da Ed Wood, l'araucaria un perchè ce lo potrebbe pure avere.