sabato 9 gennaio 2010

Tipologia di coltura: Agrumi

Nei mesi invernali, da novembre a febbraio, migliaia d'immigrati si riversano nelle campagne della Piana di Gioia Tauro per lavorare alla raccolta di mandarini e arance. [...] Ogni anno, durante i mesi della raccolta, il numero degli immigrati presenti nella zona di Rosarno quadruplica, raggiungendo circa le 4mila unità su una popolazione locale di 15mila. 

Nella zona gli immigrati lavorano in media 2 giorni a settimana per 25 euro al giorno. [...] Nell'85% dei casi, gli stranieri devono acquistare stivali e guanti per affrontare il lavoro. Ogni giorno, fin dalle prime ore dell'alba, si riversano nel centro del paese aspettando di essere reclutati da datori di lavoro e caporali. Nel 10% dei casi gli stranieri pagano 5 euro ai caporali per il trasporto al campo.

Nel corso dell'indagine MSF è venuta in contatto con comunità di immigrati stagionali che versavano in condizioni spaventose: sfruttamento sul lavoro, alloggi totalmente inadeguati, esclusione sociale e in alcuni casi episodi di violenza costituiscono la realtà quotidiana degli stagionali in quest'area.

La situazione nella Piana di Gioia Tauro presenta caratteristiche riferibili dunque a un contesto di crisi umanitaria.

Regione Calabria: Provincia di Reggio Calabria
Rosarno, San Ferdinando e frazione di Marotta
Africani sub-sahariani (94%), età 30 anni (87%)
Popolazione incontrata: 90% irregolare
Nessuno con contratto di lavoro
Tempo di permanenza Stagionali: 87% presente in loco da meno di un mese
Tipologia di coltura: Agrumi

Brani e dati tratti dal Rapporto 2008 ("Una stagione all'inferno") sulle condizioni degli stranieri impiegati come lavoratori stagionali nelle campagne del Sud Italia, a cura di Medici Senza Frontiere.

Foto: da qui
 
Happy New Fear!
(Sempre in ritardo, con gli auguri, io).

34 commenti:

Emilia ha detto...

Davvero bisognerebbe conoscere e far conoscere di più queste situazioni che sono non a livello umano. Sono davvero indignata per quello che sta accadendo, ma vorrei andare oltra all'indignazione.
Grazie

giam ha detto...

Considerazioni rozze in ordine sparso:
- ...magari poi 'ste arance ce le vendono pure con il marchio "bio"...
- adesso hanno portato via tutti i lavoratori via da Rosarno & c.... spostando il problema si risolve il problema?
- pure Beppe Grillo diceva che, se non rispettano le "regole", gli extracomunitari devono andarsene a "'ffarnculo"

Vera ha detto...

E dove dormivano i ragazzi di Rosarno? Dentro i silos e i locali di un oleificio costruito con soldi pubblici in una zona dove ulivi non ce ne sono, opera inutile mai entrata in funzione.
Un grande abbraccio Equipaje, per quello che hai ultimamente attraversato e che il nuovo anno ti sia lieve.

Nicola ha detto...

Considerazioni rozze a seguito di Giam:
-... e i coscienziosi e devoluzionisti GAS del nord che discutono da mesi su come acquistare TIR di arance... forse adesso la smettono?
- Zaia propone una certificazione etica e Petrini al GR2 propone l'autocertificazione (?!?)
- Feltri sul Giornale, con classe, ammette che "'sta volta hanno ragione i negri" (sigh)

Ciò che per gli USA è la corn belt per noi sono pomodori, arance e mele... (poi la gente si chiede perchè non sopporto i pomodori :) )

Artemisia ha detto...

Queste cose erano note. Le aveva raccontate anche Report riguardo ai pomodori. Sono usciti vari libri e reportage su queste condizioni di schiavitu' (http://artemisia-blog.blogspot.com/2009/03/i-nuovi-schiavi-nelle-campagne-del-sud.html).
Da un lato e' positivo che arrivino in prima pagina, d'altro lato tra qualche giorno nessuno ne parlera' piu' ma gli schiavi continueranno ad essere sfruttati.
Provo una forte rabbia e un sentimento di impotenza perche' anche come consumatrice non posso fare nulla. Non c'e' un mercato equosolidale degli agrumi, ne' cooperative di Libera (che io sappia) e non posso rinunciare a questi frutti del sole che mi aiutano a tener lontani i raffreddori. Ed invece bisognerebbe che ci fosse piu' trasparenza nei prodotti in modo che come consumatori possiamo premiare chi non sfrutta la manodopera (bianca o nera che sia).

equipaje ha detto...

E avevamo bisogno di Fini per notare che "si combatte la schiavitù e non gli schiavi"? Oh my darling clementine.

Che fare?
1. Le compro spagnole, così miglioro pure il chilometraggio (e chi certifica?)
2. Oltre all'orto, progetto pure l'orangerie autarchica (trabajoso, el asunto)
3. Provvedo al fabbisogno di vitamina C passando ai kiwi (che cresce pure alla Malpensa).
Mmm, mmm.

Luigi ha detto...

e se, per una volta, si smettesse di scandalizzarci e di scrivere e si andasse in massa NOI a raccogliere arance al sud per 20 euro al giorno?.

equipaje ha detto...

Noi bianchi? Noi nordici? Noi blogger verdi? Voi maschi, voi piemontesi? Ingegneri? Precisare quel "noi", plìz :)
E cosa andremmo/andreste a dimostrare, esattamente?

(non è così semplice il che fare, hermano).

Nicola ha detto...

Che Feltri commentasse con classe era ironico... m'è venuto il dubbio che non si capisse (maledetta tastiera!).
... comunque credo che una radicale (ma lenta) revisione delle proprie abitudini alimentari sia una potente chiave di volta... credo...
.......... (pausa pensierosa) .......
Si, si: ci credo.

equipaje ha detto...

(sì che si capiva)

Pure io mi scopro a ruminare con frequenza pensieri McCandlessiani di decrescita e/o sobrietà estrema come arma e soluzione finale.
E quel che più noto in questo mio ruminare è che -proprio come gli immigrati e i cittadini di Rosarno- da tempo anch'io cerco soluzioni con i miei simili dando ormai quasi del tutto per scontata l'assenza dello Stato. Sempre meno nazione (e passi), sempre più un insieme di tribù, di clan, di famiglie, di cosche etc.

Nicola ha detto...

oh...si... effettivamente questo è un problema (sei una maga dell'infundibolo iconosinclastico - il punto zero della ragione e dei torti - di Vonneguttiana memoria :) ).
La tendenza involutiva à la McCandless o la deriva "tribù chiusa dalla verità in mano" sono alcuni dei problemi con cui si rischia di scontrarsi... ma mi beo nella convinzione piccolo borghese (perchè negare le proprie origini?) che se il proprio fine ultimo è il "Bello" o la "Qualità" nel senso filosofico del termine. Bhè... già si è andati da qualche parte.
Ovvio: non ho risolto nessun problema ma, forse, sto partendo con il piede giusto... forse...

equipaje ha detto...

(eh! facciamo che lo prendo come un grandissimo complimento e non come un modo garbato di darmi della cerchiobottista ecumenica :)

Più che biasimare il settarismo, riflettevo su come queste singole tribù facciano sempre meno conto (se mai l'hanno fatto) su un Ente Terzo per mediare i conflitti tra loro (la legge, diciamo) o per trovare soluzioni a un loro problema (la politica, potremmo dire).
A parte il fatto che mettersi al margine non basta e non serve per proteggersi dagli schizzi di fango, a me questa società evaporata dispiace sempre un po'.

(L'infundibolo cronosinclastico, in fondo in fondo, è solo un'idea di società possibile, dài :)

Nicola ha detto...

quoto in toto e... si, madame, era un complimento ;)
(qualsiasi cosa sia collegata a Vonnegut è un complimento!)

mauri ha detto...

. Razzismo = intolleranza, a dire il vero lo siamo un po’ tutti razzisti nascosti sotto questa intolleranza strisciane (io stesso lo sono con chi produce OGM o brevetta sementi, ma anche con molta altra gente).
Da qualunque parte si guardi lo vedo, da Colombo che pretendeva di aver scoperto l’America, caso mai poteva dire di averla riscoperta in quanto uomini simili a lui già vi abitavano e senza ombra di dubbio qualcuno l’aveva scoperta prima di lui, e che dire di ciò che successe dopo, lo sterminio dei nativi, come lo vogliamo chiamare, e quel che successe dopo ad opera di inglesi, spagnoli e portoghesi con la tratta degli schiavi come lo vogliamo chiamare, questo paese civile chiamato America che esporta democrazia con le armi e che non è ancora riuscito a integrarsi al suo interno (poi se guardiamo bene avranno anche un presidente che poi tutto nero non è), e non è molto che i neri si possono sedere dove si siedono i bianche, come le vogliamo chiamare il muro che divide gli stati uniti dal Messico, o quello che rinchiude i palestinesi, o quello che divide i popoli sub-sahariani, ……, vero noi italiani popolo di brava gente forse dovremo ricordarci che i Savoia costruirono Fenestrelle, il fascismo i campi di concentramento in Libia (tuttora non si può vedere il film “il leone del deserto” che racconta i nostri misfatti) e sulla costa Dalmata dove morirono migliaia di persone, o che dire dell’Abissinia dove primi fra tutti usammo i gas contro la popolazione inerme, o che dire della Santa Inquisizione Italo/spagnola (non fu razzismo e intolleranza) perpetrata da un clero che tuttora nasconde all’interno delle sue gerarchie preti pedofili.
Che dire del buon Giovanni Paolo II che si presentò alla finestra con un dittatore del calibro di Pinochet, quando questo avveniva la migliore gioventù veniva lanciata dagli aerei in pieno oceano con mani e piedi legati
Che dire della Spagna che tutt’ora non riesce a fare i conti con ciò che è stato il franchismo.
E che dire dei nostri politici idioti e razzisti che confondono il buonismo con la piaceria.
Siamo tutti razzisti questa è la verità, siamo tutti intolleranti questa è la verità.
Da qualunque parte del mondo si guardi, antico e moderno, sempre quella è la verità, se mi guardo nello specchi e osservo bene in me trovo i tratti dei popoli nordici, dei popoli mongoli, dei popoli mediterranei e anche i tratti dei popoli africani un miscugli perpetrato lungo i secoli, avvenuto con le conquiste di un popolo sull’altro, con stupri di gruppo da parte dei popoli vincitori sulle donne dei vinti (questo può sembrare triste si può far finta di niente ma è la pura verità), nelle mie vene scorre il sangue di molti popoli e di molte tribù, ma purtroppo il seme dell’ignoranza, dell’intolleranza e del razzismo non riesce a vedere che il sangue scorre rosso dentro le vene di tutta l’umanità, non serve un’altra vita, serve svegliarsi altrimenti fatemi un piacere fermate il mondo che voglio scendere …..
PS scusa la lunghezza ma ho cercato di concentrare il discorso al massimo, qua mi fermo ma avrei molte e molte altre cose da dire…..
su mafia, lavoro nero, ecc.

Harlock ha detto...

Per essere più ottimista di mauri, direi che nonostante il razzismo che c'è in ognuno di noi, adesso in Italia di fame non muore più nessuno... nessuno ti schiavizza come facevano i romani... un tozzo di pane non si nega a nessuno.
Il problema va visto alla base, non basta non comprare i pomodori o le arance (le ho comprate con i GAS ;-) ) per interrompere i flussi migratori di disgraziati che nel loro paese muoiono di fame. Se questo accade è perché nel nostro pianeta si sono creati degli squilibri dovuti forse proprio al fatto che non ci facciamo i ca...i nostri, noi dei paesi "sviluppati" o loro come i nostri governanti...non è che si deve nascere nel terzo mondo e si deve vivere nel primo, nessuno credo è contento di lasciare la propria terra di origine se esiste la possibilità di viverci degnamente.

marcussi ha detto...

Cara Equipaje, grazie del post e bentornata. Molti pensieri, molti..
La prima cosa che mi viene da pensare è che ci si sente in colpa per non fare, ma io credo che indignarsi e parlare non siano atti neutri, insignificanti. Anche quando sappiamo che non modificheranno, qui ed ora, nulla. Perché mantenere un nucleo di coerenza con se stessi, di dignità, è al giorno d'oggi quasi rivoluzionario. Anni fà piangevo di fronte al basurero di Managua e alla mia inutilità di fronte alla tragedia che continuava irrispective dei miei sentimenti. Ma non sarei chi sono, e non potrei dire certe cose a mio figlio, se non avessi pensato allora che anche di fronte a tale palese inutilità era irrinunciabile rimanere.
Poi penso che qualsiasi cosa si decida di fare, di poter fare, dobbiamo (devo?) evitare, per sfuggire alla lettura semplificante della realtà della destra (che rende così facile l'azione), di cadere nella paralisi dell'azione. Essere consci della complessità del mondo che ci circonda è utile solo se può informare le nostre azioni, solo se riusciamo ad agire "nonostante" la complessità, rischiando l'errore, anzi, sicuramente commettendo qualche errore. L'unica persona che non sbaglia mai è quella che sta ferma, che per non sbagliare non fa nulla. Questo ragionamento mi fa essere sospettoso verso le tendenza all'isolamento della purezza, all'autarchia spinta, tanto lo sappiamo che anche non comprare più arance qualche effetto deleterio per qualcuno lo avrà. E isolarsi non mi pare una buona idea. Volare in aereo fa male a tante cose, inquina e certamente giustifica lo sfruttamento di molte persone, ma non visitare più i paesi lontani è una soluzione miope, ed una slippery slope.
Bah! e ci dobbiamo anche sorbire le lezioncine di Feltri, che mondo!
Ciao
Marco-Silphion

Luigi ha detto...

boh, avevo scritto una lenzuolata, ma e' sparita :)
Forse si e' autocensurata.
meglio cosi.
Vi invito solo a riflettere su di una cosa.
Un lavoratore agricolo in regola prende 47 euro lordi al giorno.
In sicilia pare paghino in nero 10 euro al giorno. Qualcosa non torna.
le arance le pagano 11 cent rese sul camion e le vendono a 2 euro in negozio. Se anche raddoppiassero il prezzo all'origine il prezzo finale salirebbe a 2,11 euro. troppo caro?
per il pane e' pure peggio, 9cent la farina per 3 euro kg il pane.
Questi prezzi si giustificano solo con la volonta di chiudere interi settori e di far morire l'agricoltura italiana.
Compreremo solo piu prodotti esteri coltivati da schiavi che nemmeno vedremo... buone NIKE a tutti. :)

Nicola ha detto...

Quoto anche Marco e aggiungo in calce che, per la cronaca, appena ne avessi le disponibilità un viaggiatto in aereo me lo farei volentieri... non volerei per lavoro tutte le settimane ma un viaggietto studio-piacere volentieri.
Non credo che si tratti di isolarsi (morte termica) o di piani di autarchia... credo non ci si debba far schiacciare da responsabilità indirette. Io non posso agire direttamente sulla situazione che ha portato a "Rosarno" (ormai icona... a Torino ci furoni momenti di guerrilla urbana molti anni fa...) ma posso agire su di me e concentrarmi sul fare invece di farmi chiudere nell'angolo da notizie troppo grandi che rischierebbero di "paralizzarmi"

equipaje ha detto...

Sotto le 1.500 battute questo blog non accetta commenti, evidentemente ;)

Mauri, guarda: io posso anche essere d'accordo (ammesso che basti fermarsi al movente "razzismo") ma questo non significa che "naturale = buono = va bene così", giusto?

Harlock, per la miseria! Lo so anch'io che "il problema va visto alla base" ma cos'altro manca qui e qui per parlare di schiavitù? I leoni del Colosseo?

Luigi, mille grazie per i dati (quanti kg di arance e quanti di clementine si raccolgono, in una giornata di lavoro?). Ma quindi tu sostieni che c'è un disegno chiaro?

E grazie Marco per quest'intervento così sentito, affettuoso. Il mio post non dice proprio nulla, in realtà: ma sì, sono moltissimi i pensieri che questa vicenda suscita, molti i piani del discorso che si vengono ad affastellare. C'è grande confusione nel discorso pubblico, nelle definizioni, una demagogia fastidiosissima e pervasiva, luoghi comuni ovunque, è centrale mettere in ordine le idee. E le idee in ordine -questo per me ça va sans dire- poi non è bene lasciarle lì ad impolverarsi sulle mensole in salotto, è bene che vadano in strada a giocare ;)

E' proprio su questo "che fare", di questo "che fare", che mi piacerebbe ragionare.

(Di sicuro, comunque la si giri, e per citare in chiusura un noto guru, "fare un orto non è la soluzione ai mali del mondo, ma [...] se fatto bene, è una gran bella spina nel culo del sistema") ;)

luigi ha detto...

vediamo, Diciamo che un buon raccoglitore puo' incassettare da 100 a 200 kg/h a seconda di come e' attrezzato. Sono circa 10 q/g per prodotto di prima scelta pagato 11 euro a quintale.
Se parliamo di prodotto da marmellata o succo se ne raccoglie di piu e il prezzo scende fino a sei euro a quintale.
Bisogna considerare che la raccolta e' un'operazione relativamente poco costosa.
Bisogna aggiungere la potatura , l'irrigazione, la pulizia del "giardino",la fertilizzazione ed i trattamenti, che a loro volta incidono parecchio sul costo finale.

alessandro ha detto...

"...Così, col passare del tempo, i poderi passarono tutti in mano ad uomini d'affari, e andarono sempre più aumentando di proporzioni, ma diminuendo di numero.
Allora l'agricoltura stessa si trasformò in industria. E i proprietari imitarono, senza volerlo, Roma antica: importarono schiavi, pur senza chiamarli così: cinesi giapponesi, messicani, filippini. Vivono di riso e fagioli, dicevano; hanno pochi bisogni. Di paghe alte non saprebbero che farsene. Vedi come vivono, vedi cosa mangiano. E se si agitano, si fa presto a deportarli. ..." Scritto ottant'anni fa da Steinbeck "Furore" mi fa pensare che noi si stia percorrendo la stessa strada che gli americani percorsero negli anni della grande depressione. Magari, é questa la mia grande speranza, tra venti o trent'anni diventeremo una grande potenza. Oppure aveva ragione Proudhon? Mah!

marcussi ha detto...

Che fare? Non lo so, leggo adesso dell'appello di PeaceReporter http://www.facebook.com/group.php?v=wall&ref=nf&gid=251130841169
sul sostegno allo sciopero bianco contro il razzismo e mi pare una possibilità, ma se dovessi dire cosa ho pensato subito dopo la notizia, ho pensato che volevo andare giù a vedere.

equipaje ha detto...

Alessandro: Steinbeck è ormai il nume tutelare di questo blog (e Walker Evans..?)

Lo sciopero del primo marzo, devo dire, mi perplime un po'.
L'unica idea sinora convincente -almeno sulla carta- mi pare invece la certificazione etica.
Mo' posto un articolino.

luigi ha detto...

cara amica..per una volta ascoltami, lasciamo perdere le certificazioni che fanno piu' danni della tramontana a Dicembre.
Di tutto abbiamo bisogno tranne che di una pletora di imbecilli col cappello, assetati di soldi e disposti a timbrare qualsiasi scartafaccio pur di incassare.
Non esiste soluzione, tranne il raccogliere in proprio l'agrume.
Insomma le leggi ci sono,forse pure troppe. Se in un paese di 15mila anime ci sono 5000 clandestini schiavizzati vuole dire che a tutti i livelli SI E' SCELTO DI NON VEDERE.
Vuole dire che chi coltiva e' sotto schiaffo senza possibilita' di appello.
In questa situazione voler aggiungere una ulteriore certificazione a me pare poco sensato.
L'altra soluzione e' quella che tento di proporre ai famosi GAS.
PAGATE IL GIUSTO ED OTTERRETE IL BUONO ETICO.
Ma da quell'orecchio i GAS in genere non ci sentono.
Del resto, sotto schiaffo ora sono agricoltori e operai, presto seguiranno ingegneri e tecnici e arriveranno insegnanti e pubblico.

Harlock ha detto...

...giusto, Luigi!
e i Gas evidentemente non sono tutti uguali, perchè noi ci informiamo e visitiamo quando è possibile i nostri produttori. I prodotti sempre biologici li paghiamo il giusto prezzo senza guardare tanto il risparmio ma la qualità.

a proposito, stasera andiamo a cena dai contadini che ci riforniscono il latte, la carne e i formaggi, non pensate che si arruffianino, ma la cena la portano gli ospiti da casa :)

alessandro ha detto...

Walker Evans sono io. Stavo provando a farci diventare anche una cinquantina di ragazzi, ma come sai la Mariastella quest'anno non ha voluto. Vediamo l'anno prossimo. Per quanto riguarda le arance, i coltivatori di arance, i loro paesani e quali potrebbero essere le soluzioni è meglio che io non dica niente, sennò va a finire che dico quello che penso davvero

equipaje ha detto...

Certo che qui, tra un commentatore più realista del re e rassegnato allo status quo mafioso e un altro che pensa ma nulla dice, sto messa proprio bene io, eh :)

equipaje ha detto...

Caro amico Luigi
(trovo così suggestivo quest'appellarci da vecchi democristiani, così intonato a questo tema): quell'"almeno sulla carta" stava a sintetizzare considerazioni simili alle tue.

D'altro canto, sapendo che:
1. non posso coltivarmi le clementine da me (qui non crescono)
2. se proprio le voglio, le devo comperare
3. potendo scegliere tra clementine dignitosamente raccolte e non, comprerei le prime

ti domando: come diamine faccio, io consumatrice, a sapere se le mie clementine sono state dignitosamente raccolte senza andare a Reggio Calabria ogni volta, che mi viene un po' scomodo?

Prova a non ragionare da imprenditore, ma da cittadino (per una volta, dammi retta ;)

(Del "buono etico" che -apprendo- tenti di proporre ai GAS, io nulla so, nulla vidi, nulla sentii. Qualcosa, mi persi?)

luigi ha detto...

vedi.. tutto si puo dire di me, tranne che io sia un imprenditore tradizionale.
Comunque, ribadisco, non credo sia possibile organizzare acquisti "etici". Ci si scontrera' con realta' troppo difficili da sradicare. Molto ci sarebbe da dire...

Anonimo ha detto...

Qui splendida fioritura di Crocus sull'arginello, si ch'a mirarla intenerisce il core. Filidipaglia, è l'epoca del disgelo.

equipaje ha detto...

Io pensosa in disparte il tutto miro /
non compagni, non voli /
non mi cal d'allegria, schivo gli spassi!

(ma vi leggo, però!)
:)***

Artemisia ha detto...

Tutto bene?

equipaje ha detto...

Sì sì: il blog tace solo perché impegnato a porsi profondi quesiti esistenziali sul senso della sua propria vita, nulla di che ;)
Grazie comunque per domandare :)

Artemisia ha detto...

Bene. L'importante è questo. Bacioni.